Litigare e comunicare con i bambini

Litigare e comunicare con i bambini

Comunicare con i bambini: oltre il conflitto

Come comportarsi quando i bambini non accettano le regole? Che cosa fare quando fanno i capricci, puntano i piedi dicendo “no” in situazioni paradossali oppure, più semplicemente, mostrano un disaccordo nei confronti di pratiche che a noi sembrano scontate?
Ci sono strategie diverse per litigare e comunicare con i bambini. L’atteggiamento dell’adulto sarà in misura della situazione: dove il capriccio o la lamentela verte su regole che sono necessarie, la fermezza dei genitori sarà importante.

Ci sono molti episodi in cui, però, la divergenza di opinione tra adulto e bambino si può risolvere in altro modo. Alcune mamme ci hanno confidato un segreto: agire, facendo valere solo rapporti di forza, non funziona.

Dialogo, anche con i piccoli

“Facciamo un patto”, ha detto una mamma al bambino e la formula è piaciuta.

Il patto implica delle condizioni. Si definisce un’area di rispetto nei confronti di un problema, nel quale le esigenze di entrambe le parti vanno prese in considerazione. “Facciamo un patto” non deve essere inteso come un cedere alle richieste del bambino, se queste sono inaccettabili. Si tratta, in realtà, di adottare una pratica di mediazione nel quale il bisogno dell’altro è perlomeno ascoltato.

Può succedere, infatti, che il bisogno si possa soddisfare in altro modo rispetto alla richiesta: è il caso del capriccio, dove il pretesto è ininfluente e la radice del comportamento va cercata altrove.

Facciamo un patto

“Facciamo un patto” non significa neppure accettare deroghe al rispetto della regola, se il bambino la conosce e la comprende, perché le regole devono intendersi proprie della comunità, non del singolo genitore.
“Facciamo un patto”, in questa accezione, può voler dire che di una divergenza di opinioni o di interessi si può discutere e che, in qualche modo, una soluzione si può trovare sul piano della comunicazione. Il bambino imparerà presto a usare l’espressione “facciamo un patto”, magari per volgerla a suo vantaggio.

L’importante, però, è insegnare al bambino che i conflitti si possono risolvere nell’ambito di una mediazione.

Imparare a gestire i conflitti senza ricorrere a meri rapporti di forza e senza l’uso della violenza è un problema drammaticamente attuale, nel mondo dei grandi. Diciamolo: non sempre, tra adulti, abbiamo la soluzione.
Proviamoci, almeno con i bambini.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *