Come è nato l’arcobaleno

Fiabe per bambini da leggere: la metafora dell'arcobaleno.

Fiabe per bambini da leggere: la metafora dell’arcobaleno

Care mamme, state per leggere una fiaba per bambini ispirata a un mito Maya. I popoli antichi avevano leggende e racconti pensati per spiegare l’origine del mondo e dell’universo: in una delle loro storie abbiamo trovato una metafora affascinante per descrivere come è nato l’arcobaleno. L’arcobaleno è un ponte tra la terra e il cielo: il  testo che segue, tra le favole per calmare i bambini e dare rimedio alle loro paure, è un modo per ricordare che la mamma, anche quando si assenta, ritorna.

 

Fiabe per bambini: Come è nato l’arcobaleno

Mamma era la dea del cielo e si chiamava Ak. Papà si chiamava Ak Yum ed era il dio del mare. Il loro bambino si chiamava Toub. Vivevano ai confini della terra, in una casa sospesa tra il cielo e il mare.
Mamma Yak e Toub non si separavano mai. Stavano sempre insieme, di notte e di giorno. Facevano il bagno nel mare,mangiavano insieme, dormivano e giocavano sull’erba. Papà Ak Yum dormiva e mangiava con loro; al mattino usciva di casa e tornava dopo un po’ di tempo.
Mamma diceva: “Papà è andato al lavoro”. Ak Yum doveva sorvegliare le acque; controllare che pesci e animali del mare avessero da mangiare, proteggere i marinai e le navi.
Toub allora era  molto piccolo e non capiva bene:  si dimenticava, poi ricordava, poi la sera papà Ak Yum era di nuovo a casa.

Passavano i mesi e Toub cresceva. Aveva imparato tante cose e aveva capito che cosa succedeva al mattino dopo la colazione: papà andava al lavoro e mamma stava con lui a giocare.

 

Negli ultimi giorni, però, mamma era sempre un po’ indaffarata e aveva chiamato una signora per aiutarla:

si chiamava Tatà, era buona come la mamma, ma non era la mamma.
Una mattina Tatà venne prima del solito. Mamma si vestì in fretta, abbracciò forte il suo bimbo e gli disse:
“Oggi vado al lavoro anch’io. Tu starai con Tatà. Torno presto” e scappò.
Mamma era la dea del cielo e aveva anch’essa del lavoro da fare: dirigere le nuvole da pioggia, controllare i venti, proteggere gli uccelli.

Toub non capiva bene. Papà era andato al lavoro, mamma pure andava al lavoro? Dov’era il luogo di lavoro della mamma? Mamma sarebbe tornata? Che cosa voleva dire “torno presto”?

Toub si mise a piangere, perché era davvero troppo. Quando piangeva, il mare sotto casa sua diventava tutto grigio. La nebbia ricopriva l’azzurro del cielo e quella casa non sembrava più felice.
Tatà consolava il bambino e diceva:
“Toub, la mamma ritorna”, ma Toub non ci credeva. Piangeva e piangeva.
Perché la mamma era andata al lavoro?
Quando piangeva troppo, vicino a Toub volava un uccello tutto nero. Era la Paura. Paura che la mamma non tornasse più, che il papà non tornasse più; che la casa sospesa tra cielo e mare non ci fosse più. Visto che la mamma era andata a controllare il cielo da un’altra parte, vicino alla casa sospesa  scoppiò un temporale: erano le lacrime di Toub che non riusciva più a smettere.

Dall’altra parte del cielo, la mamma stava per finire il lavoro. Era il suo primo giorno, dopo tanti mesi trascorsi a casa con il suo bambino, e non ritrovava più la strada di un tempo. Tracciò un altro sentiero che partiva dai confini della terra, per arrivare alla casa sospesa.
Prima attraversò la foresta e un po’ del suo colore verde rimase sui vestiti. Stava per calare il sole, così la mamma fece un fuoco per scaldarsi prima di proseguire e l’arancio e il rosso del fuoco si mescolarono al verde. Il violetto del tramonto si mischiò ancora.
La mamma, camminando e camminando, lasciò una scia di colori dietro le spalle e creò l’arcobaleno.
Nella casa sospesa, quando Toub smise di piangere, vide un ponte tra la terra e il cielo carico di colori.
Subito dopo, vide la mamma! Era tornata e l’uccello della Paura scappò via senza farsi vedere.

Ai bambini che vivono sulla terra, le mamme raccontano questa storia per spiegare loro com’è nato l’arcobaleno. Accade ogni volta che il piccolo Toub piange troppo perché la mamma è via e, dopo, la mamma attraversa la foresta e crea un ponte per arrivare a casa.

 

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