Perché leggere le favole

Le fiabe, le leggende, i miti, da sempre, rappresentano per i bambini gli strumenti attraverso i quali addentrarsi nel mondo degli adulti, comprenderne i meccanismi di funzionamento, le regole, i giochi di ruolo.
Attraverso le favole, i bambini imparano che per ogni problema esiste una soluzione e che ogni male può essere sconfitto dal bene. In questo modo, riescono a controllare le loro paure, l’ansia, gli incubi della notte.
Imparano, insomma, a misurarsi con se stessi e, in questo modo, ad affrontare i problemi della vita di tutti i giorni.
I personaggi monolitici, buoni o cattivi, protagonisti o antagonisti, facilitano l’immedesimazione, mentre il linguaggio utilizzato, fatto di immagini e simboli, è facilmente comprensibile per un bimbo che, ancora non in grado di decodificare i ragionamenti astratti, è perfettamente a suo agio con la sequenza di immagini tipica delle favole classiche.
Insomma, a tutti gli effetti le fiabe sono i primi strumenti educativi che mamma e papà possono utilizzare per aiutare il bambino a crescere.

Come si leggono le favole ai bambini? 

Non esiste un momento adatto per leggere le favole. C’è chi preferisce farlo prima della nanna, chi durante la giornata di ritorno dal parco o da scuola, chi lo fa stando seduto sul lettino del bimbo, chi abbracciandolo sul divano o su una poltrona…. Insomma, non sono importanti il come e il dove, quanto, piuttosto, il modo, la capacità di creare “un momento ad hoc”, di “ritagliarsi uno spazio per la lettura” e di “creare l’atmosfera giusta”.

Cosa non fare mai

  • Non modernizzare la fiaba trasformando i personaggi (il principe, l’orco, la strega cattiva…) in personaggi reali. Il distacco è fondamentale perché il bambino possa comprendere il racconto senza esserne realmente intimorito. Deve essere chiaro che si tratta di un racconto e non della realtà.
  • Usare il nome del bambino al posto di quello di uno dei personaggi presenti. Anche questo è fondamentale per mantenere il giusto distacco dal racconto.
  • Censurare il racconto per timore che il bimbo possa esserne traumatizzato. Le fiabe, proprio perché trasportano i piccoli in mondi fantastici, non hanno bisogno di alcuna forma di censura preventiva.

Cosa fare:

  • Scegliere una posizione che permetta al bimbo di vedere bene le figure, di girare le pagine, di seguire la storia.
  • Rispondere a tutte le domande del bambino, cercando di essere più onesti possibile ma senza razionalizzare il racconto. Dirgli che i draghi non esistono non lo aiuta a superare le sue paure. Spiegargli che i draghi hanno dei punti di deboli e possono essere sconfitti sì.
  • Rileggere la fiaba più e più volte se il bambino lo richiede.

Perché i bambini vogliono risentire sempre le stesse favole?

Dopo i 3 anni i bambini iniziano a chiedere ai genitori di raccontar loro sempre le stesse fiabe, se possibile usando sempre le stesse parole. Questo stupisce mamma e papà che, magari, avrebbero voglia di cambiare libro, di passare ad altro.
In realtà, il fatto di conoscere alla perfezione la storia rappresenta per il bambino una sicurezza, dal momento che, fermo nelle sue consapevolezze, sa verso cosa si sta muovendo. È proprio attraverso la rilettura che l’autostima del piccolo si rafforza e ha modo di affermarsi.

Fonte: Bambinopoli

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